Il restauro del castello Doria - Malaspina di Calice al Cornoviglio si è sviluppato su diversi lotti d'intervento: dal recupero degli spazi interni per l'allestimento del "Museo dell'apicoltura" e del "Museo Rosa", all'adeguamento degli ingressi per i diversamente abili, al recupero di alcune porzioni delle facciate, al riuso di spazi interni e alla ristrutturazione del sottotetto. Tutti gli interventi sono stati realizzati con la collaborazione dell'Arch. Rinaldo Delvigo, che ha anche curato la restituzione grafica del rilievo architettonico dell'edificio.
 
Il progetto di restauro ha previsto il recupero dei locali del piano terreno del Castello Doria Malaspina, locali parzialmente utilizzati come deposito ed archivio da parte della Amministrazione Comunale e, in parte minore, costituiti dalla antica cisterna a servizio del castello.
È previsto un riuso funzionale degli spazi che saranno adibiti ad attività di ristoro ed accoglienza collegate con le esposizioni museali presenti ai vari piani; la cisterna sarà invece collegata ai locali del Museo dell’Apicoltura e conterrà una sala multimediale attrezzata con computer e sistemi di videoproiezione illustranti sia le attività espositive che le peculiarità del territorio comunale.
 
Sono inoltre state previste le opere necessarie per garantire l’accessibilità del piano terreno ai diversamente abili.Lo spazio per l’accoglienza è stato dotato di una piccola cucina ricavata nel locale di passaggio fra il Museo dell’Apicoltura e l’attuale zona destinata ad archivio.
Tale locale è stato suddiviso in modo da avere un piccolo disimpegno fra le attività contigue, un bagno per il personale ed il locale di preparazione dei cibi.
Il corridoio di comunicazione fra i vari locali è stato tramezzato in modo da poter ottenere i servizi igienici per la clientela.
I rimanenti locali, destinati alle sale dell’enoteca-ristorante non sono stati modificati nella struttura distributiva, ad eccezione della sala con accesso dall’esterno ove è stata ripristinata la comunicazione con il locale attiguo.
La zona della torre è stata sottoposta a scavi archeologici per poter meglio studiare i resti di muratura presenti nel terreno che costituisce l’attuale pavimento; al termine degli scavi il locale è stato dotato di nuova pavimentazione costituita da telai metallici, coperti parzialmente da grigliati e vetri calpestabili al fine di consentire la visione delle parti sottostanti.
    
I soffitti e le nuove murature sono stati intonacati con intonaci di calce naturale e tinteggiati in colori chiari, i muri in pietra ripuliti e stuccati con intonaco a calce o coccio pesto, i pavimenti realizzati con pianelle in cotto posate a lisca di pesce come i locali confinanti.
Il locale della cisterna viene messo in comunicazione con la sala di ingresso del Museo dell’Apicoltura, mediante la realizzazione di un varco nel muro divisorio. Tale varco è contornato da stipiti in arenaria bocciardata con lavorazione a nastrino.
Il locale cisterna viene lasciato nelle condizioni attuali per quel che riguarda la finitura delle pareti e della pavimentazione, costituita da strato impermeabilizzante in coccio pesto; le pareti ed i pavimento sono, invece, trattati con prodotti consolidanti, senza alterare la colorazione superficiale, per impedire lo sfarinamento e garantire la resistenza all’abrasione da calpestio.
Gli infissi interni sono stati realizzati con porte in legno massiccio di castagno, a disegno classico.
Le finestre sono realizzate con il materiale e disegno di quelle già esistenti al piano terreno.
I portoni sull’esterno, dotati di maniglioni antipanico, sonno in castagno massiccio con disegno classico, simile a quelli ancora esistenti al piano primo. |
Restauri
Pieve di San Venerio
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